vita forzata \ forced life

February 9, 2009 (Corriere della Sera)

Eluana Englaro is dead. The woman who had been in a permanent vegetative state for 17 years after a road accident in 1992 expired at 8.10 pm from a heart attack that was probably due to kidney failure. Four days earlier, she had been admitted to the La Quiete geriatric clinic in Udine, where she was taken for the process of interrupting the forced nutrition and hydration that were keeping her alive.

UDINE – La morte di Eluana Englaro è avvenuta per arresto cardiocircolatorio dopo una crisi di natura elettrolitica conseguente a disidratazione: è uno dei primi risultati dell’autopsia eseguita martedì sera dall’anatomopatologo Carlo Moreschi a Udine, nell’ospedale Santa Maria della Misericordia, sul corpo della donna morta lunedì nella casa di riposo La Quiete.

IL CASO ELUANA

Legalmente risolto dalla Cassazione il 13 novembre 2008. Ora il padre (nella foto) può far sospendere  l’alimentazione forzata di Eluana.  Il caso   non ha molto a che vedere con l’eutanasia, ne’ s’identifica del tutto con l’accanimento terapeutico  – checche’ ne dicano i fondamentalisti papisti, ad es. i Ciellini di “Medicina e Persona” (il sondino non e’  una terapia), smentiti da altri teologi cattolici (contrari a farne una guerra di religione) e dalla Cassazione stessa (“non e’ eutanasia”).

La sua rilevanza etica e politica conferma la tesi-chiave biopolitica di questa enciclopedia di scienze sociali, che riprende le ricerche di Foucault. L’associazione cattolica  Scienza e Vita chiede un’esecuzione pubblica con testimoni, perché “si tratta di una vera e propria condanna a morte in età repubblicana” (similmente titola L’Avvenire, che era nato come giornale cattolico, ora invece e’ della CEI). Non si spiegherebbe tanto accanimento dialettico per soli motivi di bandiera (pur non irrilevanti per i papisti, specie con QUESTO Papa qui), senza anche un ASPETTO BIO-POLITICO.

Si toccano nervi scoperti, e si scontrano tutte le filosofie,  ideologie e post-ideologie. Con un apparente, e se fosse vero preoccupante prevalere – almeno nel chiasso e negli estremismi opposti – di due “vecchi” poli valoriali ed ideologici: il liberalismo classico dei DIRITTI; il gius-naturalismo cattolico che per semplicità diremo dei DOVERI. Anche se una preminenza dei DOVERI e’ affermata anche nel personalismo-comunitarismi laici e socialisti.

Per fortuna il Terzo Millennio riceve dal 2° anche altre idee, tra cui alcune più adatte (di cattolicesimi integralisti e liberalismi) a trattare i terribili problemi di etica della responsabilità inter-generazionale, che comporta il dispiegarsi ed incidere nella nostra vita,  sino ai tempi e modi della nostra morte, del Mito della ONNIPOTENZA DELLA TECNOLOGIA, e del suo operare pratico – nell’evolversi e vita delle Tecniche, incluse le Terapie.

BBC NEWS

Italy man wins life support plea

Italy’s top court has awarded a man the right to disconnect the feeding tube that has kept his comatose daughter alive for 16 years.

Eluana Englaro, 37, has been in a coma since a car crash in 1992.

The court ruled that a July decision allowing Beppino Englaro to remove her life support would stand.

Catholic politicians and the Vatican are opposing the move, saying that it amounts to euthanasia – which is illegal in Italy. (…) Ms Englaro’s case has been compared to that of brain-damaged Florida woman Terri Schiavo. She died in 2005 after her feeding tube was removed, following a seven-year legal battle between her husband and her parents.

I casi  Schiavo and Englaro differiscono per: condizioni di salute (Terri non era in coma, solo non poteva esprimersi) e volontà espressa del malato (per Terri non c’era e la sua famiglia era divisa).

LA DISCUSSIONE IN FACEBOOK, WEB 2.0 E LA DIVISIONE NEL MONDO CATTOLICO

Riprende la discussione che s’era accesa a  luglio, in occasione della sentenza ora confermata.

14 novembre 2008: la ricezione della sentenza definitiva

NetMonitor di Repubblica.it

QUESTO ARTICOLO INIZIA PROPRIO CON UN PARADIGMA BIOPOLITICO:  il cuore e la politica, come per Obama nella lettura di Da Empoli.

Eluana: il consenso prudente della blogosfera

Qui cuore e politica si incontrano: scrive  Agli Incroci dei Venti Ti hanno uccisa milioni di volte.
Quando chiamano cibo e acqua il pappone pompato a forza nello stomaco; e ginnastica il paranco che ti sposta dal letto. Quasi a voler insinuare che vivere e respirare, ridere e sognare, siano tubi che bucano la carne o mani altrui che ti toccano ignara. (…)

Su Twitter il fratello di Terry Schiavo – Tacciono i gruppi “ufficiali” su Facebook: i 3636 di Liberiamo Eluana! e i quasi 500 di “No alla condanna a morte di Eluana Englaro”, promosso da Scienza e Vita. Ma nella notte hanno parlato i  twitter, i microblog in 140 battute: “lasciatela andare, per carità di Dio” dice uno, e c’è chi ha segnalato la presa di posizione del fratello di Terry Schiavo contro la sentenza di Milano. (…)

I favorevoli alla sentenza – In ovvia maggioranza ma con toni che non sono feroci, con qualche eccezione come Alternativa Liberale Fratelli d’Italia. Ecco invece Bioetica: Oggi vince la libertà di decidere.

CorSera

L’ARTICOLO CHE SEGUE VEDE UNA DIVISIONE ANCHE DENTRO IL MONDO CATTOLICO

Eluana su Facebook, tra gioia e condanna

«L’EGOISMO HA PERSO» – Il gruppo più numeroso pro-Englaro su Facebook si chiama «Liberiamo Eluana». Gli iscritti sono più di tremila e in moltissimi, già pochi minuti dopo la sentenza della Suprema Corte hanno esultato per la decisione degli ermellini. «Sembra incredibile vedere un segno di civiltà e stato di diritto in questo paese…» scrive Roberto. Per Filippo «L’egoismo degli uomini ha perso». «Che tutto quello che sei…possa essere ancora in qualunque altro luogo» è il messaggio per Eluana. Riprende le parole di Beppino Englaro, Imma: «Siamo ancora in uno stato di diritto». Molti sono emozionati. Soddisfazione viene espressa anche dai partecipanti nel gruppo «Una firma per Eluana» (700 iscritti) , coordinato da Mina Welby, moglie di Piergiorgio, e costituito dai cattolici che si dichiarano «sconcertati per la posizione dei vertici ecclesiastici» sulla vicenda. «Una luce ha brillato perché Eluana sia finalmente libera come voleva per se stessa», scrive Francesca e aggiunge: «Adesso siamo più liberi tutti, più civili tutti, più ricchi tutti… per questo grazie alla famiglia di Eluana..».

SCIENZA E VITA – Non solo esultanza su Facebook, però. Nel gruppo di Scienza e vita (« No alla condanna a morte di Eluana Englaro») che conta più di 300 iscritti, i commenti sono moltissimi e in molti parlano di »omicidio di Stato» ed «eutanasia». «La deriva è iniziata – scrive Giorgio -: occorre spendere tutte le energie per fermare questa barbarie». «Ma quando capiranno che solo Dio è il padrone della vita? – domanda Silvia – È ancora la superbia a tradirci».

L’ultimo verdetto: Eluana può morire
Il Vaticano: «Soffrirà, è eutanasia»

«Soffrirà, è eutanasia»07:30 CRONACHE La Cassazione: inammissibile il ricorso della procura di Milano. A giorni lo stop all’alimentazione in una struttura a Udine. La Cei: «Ora una legge su fine vita»
Il padre: «Nessuno più mi fermerà» di G. M. Mottola
Il videoVotaLe tappe

La Repubblica
Il caso di Eluana Englaro, donna di 38 anni in stato vegetativo dal 1992, è una vicenda che ha fatto discutere per i suoi molti risvolti giuridici, medici, etici ed anche politici. Oggi la Cassazione, dichiarando inammissibile il ricorso della procura di Milano, lo ha chiuso definitivamente.

Questioni mediche, morali e giuridiche. La richiesta del padre-tutore di interrompere l’alimentazione ha posto ai medici la domanda se l’alimentazione sia, o no, una terapia senza speranza, che può essere interrotta; ai giudici, se provocare la morte staccando il sondino sia eutanasia (cioè, in base al diritto vigente, omicidio); e al Parlamento se sia necessario scrivere una legge per questi casi. Un dibattito nel quale la Chiesa è intervenuta affermando che la vita, anche in stato vegetativo, non è qualcosa di cui l’uomo possa disporre.

Englaro scrive a Ciampi e Veronesi (2000). Il caso diventa pubblico nel 2000: il padre Giuseppe, detto Beppino, che da sette anni chiede di staccare il sondino, scrive al capo dello stato, Carlo Azeglio Ciampi, al presidente del consiglio, Giuliano Amato, ed al ministro della sanità, Umberto Veronesi. Una risposta arriva da Veronesi, che invita il Parlamento a “trovare una soluzione per questi morti viventi”. Reagisce Rosi Bindi: parlare di morti viventi è un modo “poco civile di affrontare il mistero della vita e della morte”. Veronesi nomina un gruppo di studio, che un anno dopo si pronuncia a favore della possibilità di interrompere l’idratazione e la nutrizione in caso di stato irreversibile. Una conclusione contestata da chi vi legge una legittimazione dell’eutanasia.

Sirchia non segue Veronesi. Le posizioni di Veronesi non sono seguite dal suo successore. Per il ministro Girolamo Sirchia il sostegno alla vita non può essere interrotto se la persona non è capace di intendere e di volere. Anche il presidente del Comitato nazionale di bioetica, Francesco D’Agostino, è contrario a sospendere un trattamento che non è considerato accanimento terapeutico. A sostegno del padre si schierano invece i radicali dell’associazione Luca Coscioni, mentre in parlamento vengono presentate, senza esito, proposte di legge per il testamento biologico.

La svolta della Cassazione (2007). La svolta arriva il 16 ottobre 2007, quando la Cassazione afferma il principio che è lecito sospendere l’alimentazione se si accerti che lo stato vegetativo sia irreversibile. La decisione provoca le proteste dell’Osservatore Romano: la sentenza esprime un “relativismo” che è “inaccettabile”, e apre la strada all’eutanasia. Ma il 9 luglio 2008, sulla base della sentenza della Cassazione, la Corte d’appello di Milano accoglie la richiesta del padre tutore della donna di interrompere l’alimentazione. Una decisione accolta da Ignazio Marino, medico e parlamentare del Pd, come un invito ad approvare una legge sul testamento biologico. Le reazioni negative vengono dal mondo cattolico, e ad alto livello: il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, esprime preoccupazione di fronte alla possibilità della “consumazione di una vita per sentenza”. In gioco c’è anche la questione giuridica se, nel silenzio della legge, i giudici della Cassazione abbiano il potere di decidere.

Le Camere contro la Cassazione 2008. E’ questo l’argomento che porta le due Camere del parlamento a sollevare conflitto di attribuzioni contro la Cassazione; per i promotori (…), i giudici si sarebbero arrogati un potere, quello di dettare la norma da applicare, che spetta solo al parlamento. La decisione di andare alla Corte costituzionale è approvata dalla Camera e poi dal Senato fra convergenze trasversali, distinzioni e conflitti di coscienza. I voti a favore vengono dalla maggioranza e dall’Udc. Mentre nel Pd, laici e cattolici sono uniti nel non partecipare al voto e nel giudicare sbagliato lo strumento del ricorso costituzionale, che appare destinato (come avverrà un mese dopo) ad essere giudicato inammissibile dalla Consulta.

Cardinal Barragan: “Sarebbe un assassino”. La vicenda non è chiusa, perchè la procura generale di Milano ricorre contro l’interruzione dell’alimentazione (…). La parola torna alla Cassazione, mentre dal Vaticano arriva la pronuncia del cardinale Javier Lozano Barragan che, alla vigilia della decisione ribadisce: non dare cibo e acqua ad un paziente in stato vegetativo è “un assassinio”.
(13 novembre 2008)

Un intervento commovente dall’altro momento saliente, a luglio 2008.

blogosfere.it/diritti-violati

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Caro Direttore,

sono Marina Garaventa, ho 48 anni e sono, più o meno, nella stessa situazione in cui era Piergiorgio Welby: come lui, ho il cervello che funziona benissimo, diversamente da lui, posso ancora usare le mani e la mimica facciale.

Ho seguito il caso, ben più grave del mio, di Eluana Englaro e mi sono «rallegrata» della sentenza che ne sanciva la conclusione, sperando che nessuno si permettesse di intromettersi in un caso così delicato e personale; quando, ascoltando i primi notiziari, ho sentito tante «cazzate» mi sono decisa a dire la mia. Io sono abituata a esprimere opinioni, dare giudizi e consigli solo su cose che conosco bene e che ho vissuto personalmente e mi piacerebbe tanto che tutti si regolassero così, evitando di aprire la bocca per dare aria a sentenze basate su mere teorie filosofiche e moral-religiose.

Inizia così la lettera che questa mattina Marina Garaventa ha scritto a La Stampa per dire la sua sul caso di Eluana Englaro, la ragazza a cui, dopo 16 anni di alimentazione forzata e una lunghissima battaglia del padre per poter interrompere l’alimentazione, dovrebbe essere concesso, finalmente, un degno riposo.Dovrebbe, perchè dopo che per 16 anni nessuno, nelle alte sfere del parlamento e dell’episcopato cattolico, si è interessato del caso, ecco che ora parlamento e Cei, nella persona dell’alto capo,monsignor Bagnasco, si intromettono dicendo che no, non si può, quella è eutanasia.

Io sinceramente non so che dire ma piuttosto che portare bottigliette d’acqua in Duomo a Milano, lascio la parola a chi del dolore e delle sofferenze di Eluana ne sa sicuramente più di me.

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