Vinicius Pradella 1979, La Papessa Giovanna

olio su tela, cm 50×70. Collezione privata

Vinicius 2017/8 al 133 Art Club

ABSTRACT. 133, Agamben, #archetipi, Brasil, Calasso, Cacciari, #cardinalesse, Candelaria, Catari, Mirco Cittadini, Dalì, Dante, De Chirico, Delvaux, Dioniso, Eickhart, Fatima, Freud, Furet, Roberta Gardinî Garcia Marquez, Giovanna, Girard, Gnosi – iniziazione, Jaspers, Jo -Johanna, Jung, Yves Lambert, Macondo, Mary Stuart, Muse, #papesse,

Vinicius Pradella,

Realismo magico, Mauro Rostagno, Shoah, Spiritualità, Beppe Stoppiglia, sushi, Tantra, Tempo, Verona e Weil.

Cit. dal catalogo 133 Art Gallery di Roberta Gardini, della mostra 2017/8 di Vinicius Pradella a Desenzano, https://www.facebook.com/133ArtGallery/

Cit. da Moli Nero, Scemma, Massella, Bissoli e Gonzato – interpolate da Enzo F. Arcangeli.


Dante inizia la Comedia con un appello alla Memoria a garanzia della veracità dei suoi in-credibili o almeno duri da digerire fantaviaggi, le sue visioni realiste magiche pre Tutto, pre Colombiane e pre Marqueziane. Pre fattuali.

«O muse, o alto ingegno, or m’aiutate; o mente che scrivesti ciò ch’io vidi, qui si parrà la tua nobilitate.»

Dante Alighieri, Inferno, II: 7-9

V. Pradella 1992, Piazza Dante, olio su tela 120×80. Collezione privata

Prof. Josefa Ramno Moli Nero – Yogakrisnanda

“Vinicius Pradella e’ un pittore accademico per professione, surrealista per devozione e mago per spiritualità. Vinicius dipinge un mondo differente, più reale per essere fantastico, più puro per essere simbolico, più intellettuale e più onirico che il proprio sogno, dove si svolge un risveglio di passioni, visioni, illusioni e realtà cosmiche. C’è un lirismo erotico nella sua pittura spoglia di lussuria, però dotata della più alta sessualità tantrica. Lui doveva aver studiato ai tempi di Dioniso, di Silvia e di Karnac. Però il suo pennello ha viaggiato per il mondo dell’ispirazione iniziatica e ha saputo ritrarre il nascosto e portarlo alla luce.”

Quindi subito i PIEDI NEL PIATTO di

  • Gnosi, e.g., cara al fondatore della filosofia ecologica Hans Jonas, a Simone Weil (cfr. il notissimo art. francese di M Cacciari sul tema, che fu allora stroncato da uno dei soliti coglionazzi presuntuosi e pezzenti della rivista monopolistica, AUTISTICA ed autocratica Cahiers Simone Weil) e la sua amica-biografa Simone Petremont
  • il Dionisiaco, come ce lo ha inculcato nelle anime femminili più recondite il sommo, unico pensatore autentico. antiaccademico Roberto Calasso (DA NON LEGGERE il suo ultimo libro: conserviamo i buoni ricordi ed aspettiamo con pazienza che torni sulle sue vette)
  • il “confucianesimo occitano”, gnostico ed iniziatico, dei nostri amatissimi Antenati Catari. Innocenti vittime della prima di varie Shoah commesse dalla vile canaglia dello #PseudoCristianesimo (l’accozzaglia di palesi contraddizioni, l’OUTLET RELIGIOSO di colossali stronzate egizio-ellenistico farisaiche mitra-persiane e stoico-neoplatoniche messe assieme per ragioni di marketing dall’Ego criminale, Hybris democida del Figlio ed Incarnazione del Demonio, tale Saul di Tarso. La D R A M M’A T I C A irruzione del Male Assoluto nell’evoluzione del Sapiens, il balzo involutivo che chiuse in un miserabile disastro la gloriosa Axial Age descritta da Karl Jaspers e del magnifico sociologo CNRS Yves Lambert, il piu’ Grande di tutti).

E Realismo magico o fantastico, da autentico Latino nelle ‘Meriche, ovvero le 3 Macondo di “Gabo” Garcia Marquez (con radici nel Delta Mississippi dei vecchi bluesmen, e la Memphis della saga dei cavalli nella Trilogia dal villaggio alla città, di Willam Faulkner), di Mauro Rostagno arancione, e Don Giuseppe Stoppiglia prete Carnitiano arrabbiato, lottatore e poi addolorato (una “Figura della Madonna”, e della ex prostituta moglie di un Messiah gnostico, Maddalena).

La magnifica coppia iper rappresentata (cmq censurando Maddalena, anche fuori dagli orrendi romanzi storici copiati di sana pianta da coglioni complottisti e falsari) di M&M Addolorate. Perché lo squadrone della morte ha ucciso 25 anni fa un innocente di strada di nome Jesus nella Strage della Candelaria. La Dea Madre, ieratica e non più maternità-Natura culo e tette come nei culti Fenici, e’ convocata ripetutamente nel Mondo dalle aporie del Moderno.

A Fatima la profetica Dea Madre dice (con parole mie):

“voi Chiesa divisa, scandalosamente complice della oppressione dei popoli Russi, responsabile col vostro dividervi delle immani catastrofi umane ed ecologiche che incombono, così agendo rimettete in crisi il Regno di mio Figlio. Come gia’ faceste nel 1789 nella sciagurata caduta, anziché le più opportune graduali riforme dell’Ancien Régime.”

(Faq. La Madonna di Fatima ha preveggenza di ciò che poi scriverà il grande storico socialista e conservatore François Furet, all’EHESS?)

Scemma, A.

“Il realismo fantastico di Vinicius Pradella è un panorama completo dell’attività di questo artista serio e lineare, sempre fedele ad una tematica ricca di soluzioni imprevedibili e proprio per questo difficile da sviscerare. L’artista veronese ha una sua personalità ben precisa, affinata attraverso il contatto con le magie e le credenze brasiliane. Non a caso, parlando della sua pittura, si fa spesso il nome del “tantrismo”, una religione, più che una filosofia.

Licia Massella

“La Bellezza Invisibile” – Licia Massella, dal catalogo 2004 Palazzo Birolli, ex Macello, Verona (la penultinma Personale del grande Maestro):

Vinicius Pradella, il pittore veronese ispirato alla grande lezione del surrealismo europeo di Magritte e Delvaux. Nelle opere di questo singolare pittore veronese, che vive a Pescantina dopo aver vissuto una lunga esperienza sudamericana fra Argentina e Brasile,

gli archetipi classici e rinascimentali e la figura femminile giocano sempre un ruolo di primo piano.

La figura femminile è caratterizzata dalla sua bellezza che non è solo ideale, ma anche corporea ed allusiva. Con sguardi invitanti o falsamente pudici le piccole e grandi donne, sapientemente dipinte dall’artista, si presentano in pose ardite o misurate, provocanti o pudiche, naturali o maliziose sempre però con quello sguardo che invita ad abbandonarsi. (…) E’ in un ricettacolo di emozioni e sentimenti, di ricordi e curiosità che l’artista Pradella vede l’essenza della vita e nessuno più dell’essere femminile naturalmente lo custodisce, lo manifesta e rappresenta attraverso l’immagine di bellezza. Per questo la donna per Pradella diventa reale ministro della fede come la Papessa o Cadinalessa Giovanna e della difesa come Lady Hebling di Innsbruck. Un messaggio significativo e stimolante che invita lo spettatore ad un dialogo con se stesso, oggi più che mai.

Con quale “se” (di Descartes, …, Lacan?) o, piuttosto, un ascoltare Altrui con Levinas?

Ascoltare il proprio interiore, profondo Femminino; il Nucleo di Adorazione per imitazione del Padre (la nuova psicanalisi aFreudiana che Rene’ Girard legge lungo il Romanzo Moderno), scoprire se risieda proprio lì dormiente la scheggia del nostro folle disegno “deicida” di divinizzarci, mangiare Dioniso.

Quando Pradella popola i suoi quadri, persino una eccezionale Giulietta e Romeo del 1995 (http://www.133sushiclub.it/133/wp-content/gallery/vinicius_pradella/webgiulietta-e-romeo-100×80-1995.jpg) di manichini ciechi, proprio come le Muse inquietanti di De Chirico (1917/18), il riferimento archetipico e’ per def. unico e Junghiano tra i due artisti metafisici.

Secondo quanto scritto da Mario Penelope (Pittura fantastica, oggi, Ed. Dedalo, 1979, p. 14):

« La memoria assume nell’opera di de Chirico il ruolo di ritorno del rimosso sia ancestrale che personale, spiazzando le usuali nozioni di spazio e tempo, oltreché di realtà quotidiana, fino a impregnare di attualità l’archeologia, intricandola nella quotidianità del pittore, per cui i manichini, molto usati nel passato dai pittori come modelli per le proporzioni e le posture delle loro figure, diventano Muse inquietanti. »

Maurizio Calvesi sostiene che la mancanza di occhi dei manichini sia un riferimento ai poeti dell’antichità che, secondo l’archetipo tragico del poeta cieco, del veggente che non vede materialmente, e la Tradizione dell’antica Grecia eroica (Nietzsche, Heidegger), soffrivano di cecità. Secondo il critico, la “disumanità” delle Muse rimanda ad una “umanità arcaica e originaria, veggente, eroica, abitatrice di tempi lontani e misteriosi e in questo senso, certo, disumana” (La metafisica schiarita – da de Chirico a Carrà, da Morandi a Savinio, Feltrinelli, 1982, pp. 93-94).

Dunque ecco che il tempo NON SOLO perde la connotazione elastica, Meccanica (ad orologeria, ergo senza freccia del tempo in avanti o indietro) e reversibile che la Fisica gli dava nella meccanica newtoniana (Ilya Prigogine e Isabelle Stengers), ma moltissimo di più: in un movimento quantistico che allontana drasticamente Scienza e {appercezione, buon senso, linguaggio naturale, senso comune} il Tempo di un tempo arriva ad essere persino abolito, soppresso come un inutile flogisto, un orpello dalla Scienza stessa (Carlo Rovelli).

Per riassumere le vesti logore, rattoppate e “slise”, vecchie dell’Homo Sacer (Agamben) che lo vede, il Tempo, proprio perché è cieco e vede l’Indicibile, il non deducibile da assiomi o dal noto, il non proposizionale e non visibile.

I manichini Metafisici annuciano l’Avvento millenarista delle Papesse.

Figure di Cristi femminei, Maddalene femministe impenitenti ed impunite, e Madonne Fatimite inimiche del Modernismo sedicente cristiano, ossia ateo al cubo.

Tempo è attesa, è assieme “già” ma anche “non ancora”, nel giuoco delle due Civitas di Agostino ed Altichieri.

Proprio come nelle teologie delle Scritture e quelle Agostiniane – Silane (Gioacchino da Fiore) della Storia di varie religioni e ideologie salvifiche, in una gamma da iniziatiche a via via universaliste “assiali” (Karl Jaspers; Lambert, Yves 2007, La naissance des religions. Paris: Colin).

Se il Moderno impacciato non sa ancora bene come gestire (ma lo imparerà nei millenni) la propria Rivoluzione Scientifica e desacralita’, ecco Anguane pedemontane di Chiampo e Malo, Bestiari, Bisi galeti, Muse veggenti, Madonne parlanti a veggenti, e Cardinalesse discinte sorgere e ripopolarlo. Di questi movimenti caotici di (de) sacralità, Vinicius è un protagonista comprimario, con gli amici e colleghi pittori del ‘900 sino all’alchemista del 2000

Anselm Kiefer,

il pittore supremo, il Levinas del pennello, della Qabbalah (poco amata da Levinas! Intuita da Simone Weil con la decreazione) e della Shoah, della Religione Laica ai tempi neo-confuciani, neo Tao e post-catari della Rivoluzione Scientifica 1500-100.000.

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Richard Rorty on National Pride

National pride is to countries what self-respect is to individuals: a necessary condition for self-improvement. Too much national pride can produce bellicosity and imperialism, just as excessive se…

Source: Richard Rorty on National Pride

Da Oscar W a Roberto B: Sanremo s’avvia alla grande

Scene dal film neorealistico:

un miracolo a Sanremo.

Un gesto di Amore, un atto di Diotima:

nel luogo più impensabile… Un non-luogo

come il Teatro delle Vittorie, riportato da Oscar\Roberto al Princpio di Realtà, che l’Arcigay (una volta una cosa seria) in mano allo sciagurato Grillini non conosce.

Una Sinistra Dem, che il PD di WV &C ha toppato male, è anche questo; gerarchizzare, selezionare obiettivi e princìpi: Benigni SI, Grillini NO (vada da un’altra parte, si cerchi un’italia dei disvalori). Tenere assieme tutti e 2 alla Buonista peggio ancora: io piuttosto voto la  compagna Mussolini.

Live blogging. S.Remo mercoledi 18, da h. 9:45 pm.

Gialappa’s: oggi sembravi un po più allegro, hai cambiato un arrangiamento?

Povia: no, stasera stavo meglio; i pensieri che espongo li preparo prima, lo confesso.

G: 6 riuscito a far pace con Grillini, Arcigay?

P: NO, non ancora, ma Grillini mi sta simpatico, penso che la faremo.

P, ADR: tanto, mi ha fatto molta pubblicità.

G: solo il tuo testo non è uscito su Sorrisi e Canzoni, per evitare polemiche? Eri d’accordo?

P: l’ho deciso io, per evitare uteriori spaccamenti di palle.

G: le polemiche religiose, ecc. si fanno sempre prima di vedere un film; non era meglio aspettare a sentire la tua canzone?

P: l’ho fatto apposta. La canzone  l’ho cambiata non 1, ma 10.000 volte. Poi c’è un testo dal notaio. “Nessuna guarigione” c’era già da prima, ma si può sempre cambiare.

G: Hai visto su uTube Elio che ti fa il verso? [ndr: il 13 dalla Dandini a ‘Parla con me’: http://www.youtube.com/watch?v=dSWa9PB6Iic]

P: SI, a parte quella polemica.  La beneficenza [del piccione] per il Darfur era …. (snocciola delle cifre che sgonfiano la polemica di Elio). Sono indietro solo di 1400 €. Mica potevo versare i diritti d’autore degli altri.

G: polemiche infondate, o hai un ufficio stampa che inventa polemiche?

P: ci gestiamo tutto noi 4. Questo mese abbiamo deciso di tacere.. (ndr – la pubblcità gliela facevano gli altri).

(…)

Pupo ariporta, come ieri NIENTEPOPODIMENOCHE’  Youssou N’Ddour, ma non lo fa cantare proprio.

G: è sempre My Way. Canzone da oratorio. Veramente brutta.

Pupo: sono emozionato, stasera  Y. N’dour ha fatto un finale straordinario.

NOSTRE CONCLUSIONI: ASSUMETE I 4 DI POVIA IN UFFICIO MARKETING. IN ITALIA NON HANNO EGUALI, e se fate presto sono pure low cost: un must. Ongoing web2.0 dialogues, tra i 1000+ che giustamente esplodono: sotto i video

http://www.youtube.com/watch?v=yPfyNCMirh0&feature=related

il video-autore: “dopo aver sentito Povia: sono gli italiani omofobi e razzisti che non hanno capito. GRANDE BENIGNI!”

http://www.youtube.com/watch?v=dSWa9PB6Iic

Torniamo a bomba, al FATIDICO 17.

Bob Benigni IN ALTICHIERI (ormai l’erede del Vate? Ne chiederò conferma agli amici eredi) si fa carico del popolo omo sfruttato non solo da Marketing&Moda, ma persino e più vigliaccamente (TU QUOQUE?) da Arcigay e Grillini, parassiti e  sindacalisti Bonzi auto-nominatisi nel suo seno ma mai eletti, né scelti da nessuno.

E LO LIBERA, QUESTO POPOLO OPPRESSO NOSTRO FRATELLO, LO SDOGANA COME NESSUNO AVEVA AVUTO IL CORAGGIO DI, NE’ AVEVA FATTO PRIMA IN ITALIA. Nessuno, mai! Contro i sindacalisti arcigay che (udite udite) fanno il loro mestiere di Bonzi (l’etichetta attaccata per sempre ai sindacalisti pasticcioni ed intrallazzoni, dai movimenti degli anni ’60): negano l’oppressione stessa, il problema.

Il povero Povia (ed il Direttore del SuperShow  che lo ha voluto) fa un’operazione persino,   forse inconsapevolmente intelligente; ma comunque più che dignitosa, con più spunti analitici che vanno davvero a fondo (per questo fanno male a quelli dell’orgoglio?), mantenendo la semplicità richiesta dal prodotto commerciale.

In una parola: un testo BIOPOLITICO (vorrà dire ormai tutto e niente, da quando Foucault fa tanto chic, ma: uno spunto biografico per fare analisi, discussione e politica; parlare del socialmente rimosso, della polvere sotto il tappeto): sulla stessa base musicale invariata di tutti i suoi pezzi (sic, e non occorrevano i cattivissimi Gialappa’s per accorgersene), ci mette del testo tutt’altro che banale, raccontando Obama-like la storia di un suo amico (cito a memoria):

“Luca era gay, e adesso sta con lei … . Non sono andato da psicologi e psichiatri, preti o scienziati. Sono andato nel mio passato … . Mio padre non decideva niente” e non era mai in casa. Non andavo con le donne per non tradire mia madre

[NdR = frase-chiave sul Mammismo, che è l’inconfessabile zavorra dellitalico MM, Maschietto Matriarcale: il punto più convincente di tutta la canzonetta; mette il dito nella piaga: il tipo di Familismo Amorale che perdura nei secoli dei secoli Amen. Il potere delle mamme da cui non basterebbe un Obama per liberarci, se non ci liberiamo noi ad uno ad uno, con un’auto-analisi impietosa; se non fa male, non serve all’uopo.]

I Gialappa’s la sera dopo, il 18, al bis di Povia: “L’amplesso tra 2 uomini viene cantato da una donna” – la corista coi capelli a caschetto, davvero MOLTO BRAVA. “Sarebbe stata una bellissima canzone al contrario: l’oppressione del matrimonio, e la svolta omo”. “Il titolo originale era: Rudy era gay”.

Ma prima di lui, calcando la stessa pedana di S.Remo, IL VATE  in persona ha letto una lettera struggente di Oscar Wilde, e dinnanzi a 15 MILIONI (61% AUDIENCE) ha cambiato in un istante la biopolitica, e la vita vissuta giorno per giorno da  tutti gli omo italiani, di oggi e domani; ed anche delle sorelle lesbiche, pur senza nominarle. Con il dramma umano  e la Tragedia Moderna di Oscar W., ha introdotto il sacrosanto Principio di Realtà, il Realismo  Antropologico negato proprio dai Grillini Parlanti, che ignorano la disambiguation di wikipedia: GAY non vuol dire Gaio! Ci vorrebbe la Maestra Unica che glielo fa scrivere alla lavagna 100 volte.

Che squallore da quella parte … Grillini  era lì pronto a far sciacallaggio, col previlegio del microfono a spese di noi contribuenti,  ma ha dovuto tacere e mettersela via. LA SCENA ERA GIA’ STATA PRESA. Taccia per sempre.

QUELLA DI BENIGNI, AL TEATRO DELLE VITTORIE di martedi 17 (numero che da oggi in poi porta bene), E’ STORIA CULTURALE ed ETICA, RELAZIONALE e SOCIALE in the making, RAGAZZI! Quante mamme-e-papà? Quanti loro figli non soffriranno inutili sofferenze auto-inflitte da Morali bacchettone pre-Moderne, o soffriranno di meno, da oggi in poi? Tanti, davvero tanti, e speriamo davvero tutti!

Oggi l’eterno bambino-poeta ha liberato un bambino prigioniero e silente dentro di noi, ha cambiato (per sempre?) la nostra storia: culturale, e  non solo.

Un uso rivoluzionario della piattaforma di comunicazione di massa, che sarà studiato per decenni negli Atenei di tutto il mondo. Dopo Marshall Mc Luhan: Bob Benigni in Altichieri fa scuola.

Mai fu speso meglio €1 mn dalla Rai. Far storia costa, low cost è solo banalità, chiacchiera, cronaca ed opinione. MORE.

Paolo Gabrielli: a libertarian traveller, an inquiry journalist of the purest race

An Apostolically  biopolitical Letter on sorrow for Paolo’s death, and relief.

The legacy of a global traveller, and a San Giorgio like journalist, gentlemanly fighting the Beast.

Disegno di Raffaello. http://www.thais.it/speciali/disegni/Raffaello/Foto/Alte/06.jpg

drago-disegno_raffaelloVERSIONE ITALIANA (English one  below)

PAOLO, L’UOMO DELLA DOLCEZZA; E’ MORTO MOLTO DOLCEMENTE, NEL SONNO. COM’ERA DESTINO.

PAOLO, L’ULTIMO DEI PRIMI ED IL PRIMO DEGLI ULTIMI, E’ MORTO NELLA NOTTE TRA L’ULTIMO ED IL PRIMO: COM’ERA DESTINO.

ULTIMO, PER MODESTIA E PER INTERESSI ESTROVERSI  ANCHE AD ALTRI RACCONTI (la musica del mondo, i popoli del mondo): L’ULTIMO – TRA I PRIMI GIORNALISTI ITALIANI.

PRIMO DEGLI ULTIMI, I DANNATI DELLA TERRA. PERCHE’ PAOLO E’ UNO DEI GIUSTI.

Amore a Laura, Lella, tutti i parenti ed i tantissimi amici di Paolo:

la GG (Galassia Gabrielli) a Como, Curitiba, Negrar, Padova, Verona, ecc.; siano benvenuti i vostri commenti qui, ma vi dirò di più: ho già riservato uno spazio per un blog collettivo degli amici di Paolo, che gestiremo in comunità, ed organizzeremo bene nelle prossime settimane  – non so: un suo archivio giornalistico, link alle – e brani dalle sue guide turistiche “vissute”; news, nuovi acquisti di CD e cronache da una specie di “casa dell’amicizia” che resterà dov’era, su quel colle di mira sulla valle, come hanno deciso con amore le sorelle  Laura e Lella. Il blog che organizzeremo con chi ha voglia di smanettare e copia-incollare, e con Laura e Lella, sorgerà presto all’indirizzo (AD ORA VUOTO, ma da me “riservato” per un uso comunitario):

http://paologabrielli.ilcannocchiale.it/

nel collettore il cannocchiale che, oltre ad essere di un’area di sinistra affine al Nostro, raccoglie i blog di illustri firme del giornalismo, da olivero beha a  stefano feltri  e marco travaglio, ad es.

La Mattina del nuovo anno, nella sua casa di Negrar Paolo non s’e’ svegliato.

La sua scrivania al Gazzettino di Padova, vicino a Piazza delle Erbe lo ha atteso invano.

Vi invito a meditare su questo decalogo in cui cerco di ricostruire ciò che Paolo ci ha insegnato come un FILOSOFO TACITO, implicito, che “dà l’esempio”. Praticando la sua arte del buon vivere, con qualche eccesso ma anche molta moderazione; sempre “cool”, rilassato alla carioca, nessuna fregola iper-competitiva. Proprio l’opposto dello stilema del figlio di una “mamma ebrea” (il cui esempio, sempre tra i miei amici, e’ il paradigmatico Giovanni Dosi). Paolo era ed e’:

1. un amico (abbiamo co-abitato in allegria per tutti gli anni ’90) ed un tessitore di amicizia

2. un compagno

3. un sognatore

4. un libertario sessantottino

5. un seduttore

6. mai depresso (ma non superficiale, quindi  capace di governare l’angoscia esistenziale)

7. un edonista generoso.

8. Un giornalista d’inchiesta di prima classe, nelle varie redazioni venete de Il Gazzettino (e nell’esperimento del Nuovo Veronese):

– dallo scandalo dei petroli a Treviso – a Mani Pulite a Verona: un  pioniere della lotta alla corruzione politica (nel lignaggio di Gaetano Salvemini)

– nei grandi casi di “nera” veronese: rapimento Tanchella, Maso e Stevanin – dove, con la sua nonchalance,  stringeva facile amicizia con le firme nazionali

– ha speso gli ultimi 2, degli oltre 3 decenni di giornalismo, in quel di Padova, tra cronache economiche, sindacali ed altro.

9. Se ricapitoliamo sin qui: dopo gli studi con Carlo Bo ad Urbino, ha imparato sul fronte della notizia il mestiere del giornalista “correttamente politico” (invertendo la formula USA del “politicamente corretto”), anche contro i corrottamente Politici, o imprenditori. Paolo e’ stato un San Giorgio che, se non ha sconfitto, almeno ha combattuto il dragone corruzione. Allora il 5 gennaio eravamo al posto giusto, nella San Giorgio in Braida di Michele Sammicheli. Così piena. Un corretto, molto rispettoso “discorso per Paolo” di don Piergiorgio. Ed Ubi, con sarcasmo tagliente: “Mai visti tanti atei in Chiesa”.

10. Last but not least, la cosa PRINCIPALE, in cima ai suoi sogni: IL  GLOBAL TROTTER del turismo alternativo, faidate, naif, SLOW TRAVEL. Dopo un paio di viaggi, sfornava la guida del paese. Con nostro grande stupore, non scevro di invidia: dove trovava il tempo, la pazienza ed il metodo, per  costruire brano dopo brano la sua nuova Guida Calderini?  Tra un giro di telefonate di routine (ospedali, CC, …), uno scoop alla concorrenza, e la delusione per uno scoop subito.

Uno dei suoi amici più cari, Dirceu Antunes ha scovato questa frase nella introduzione al suo “Madagascar” del 1997 (Bologna: Calderini). Un suo sosia, il geografo e viaggiatore dell’800 Alfred Grandidier, scrive nei suoi Souvenir de Voyage:

Giunto ad Anakao mi recai dal capo villaggio, che però era in agonia. Alcune donne erano sedute intorno a lui (..). Una ragazza mi chiese se il capo fosse morto. Io risposi che la sua malattia più grave erano i lunghi anni in cui era vissuto. ‘Non e’ ancora morto e forse vivrà ancora qualche settimana’, dissi per consolarla, MA E’ INUTILE CONSOLARE QUALCUNO CHE NON E’ TRISTE. In Madagascar, infatti, i parenti non provano un vero dolore dopo la morte di un membro della famiglia. Parlano, scherzano e ridono come se non fosse accaduta nessuna disgrazia. Il vegliardo invece morì per davvero quella notte ed in suo omaggio furono sparati alcuni colpi di fucile davanti alla capanna.

Paolo definisce così il focus della sua guida:

un paese unico nel suo genere: un pezzo d’Africa che sembra preso a prestito dall’Asia, un puzzle di popoli e di razze tenuto insieme come per miracolo da un’unica lingua. La guida ci accompagna passo a passo alla scoperta di questa terra abitata da gente povera, a volte poverissima, ma sempre disposta ad accogliere con grande cordialità i visitatori stranieri.

Il dolore per la sua assenza, al passar dei giorni  viene sorpassato dal senso di fortuna, di grande chance di averlo incontrato  e bevuto libagioni al Sacro Calice: il Graal della sua amicizia e del suo “clan”. Don Piergiorgio, quando Laura gli ha spiegato per chi doveva dir Messa, ha scelto (dal Libro della Sapienza): L’uomo giusto –  vicino a Dio –  e’ colui che ama.

Sapienza – Capitolo 3

Confronto tra la sorte dei giusti e quella degli empi

[1]Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio,

nessun tormento le toccherà.

[2]Agli occhi degli stolti parve che morissero;

la loro fine fu ritenuta una sciagura,

[3]la loro partenza da noi una rovina,

ma essi sono nella pace.

Sapienza – Capitolo 4

La morte prematura del giusto

[7]Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo.

[8]Vecchiaia veneranda non è la longevità,

né si calcola dal numero degli anni;

[9]ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza;

e un’età senile è una vita senza macchia.

Sapienza – Capitolo 12

Lezioni divine per Israele

[19]Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo

che il giusto deve amare gli uomini;

inoltre hai reso i tuoi figli pieni di dolce speranza

perché tu concedi dopo i peccati

la possibilità di pentirsi.

“La morte non tiene conto degli anni. Non sai in quale momento essa ti aspetti; perciò aspettala in ogni momento.” (Lucio Anneo Seneca)

ENGLISH TEXT

Love to Laura, Lella, all Paolo’s relatives and friends.

Comments from them or anyone else are welcome. We are remembering here Paolo, one of the most amiable and sociable people I ever met in life.

The New Year dawn Paolo Gabrielli didn’t wake up – while in his home in Negrar, Valpolicella. In the morning of Jan. the 1st, his desk at il Gazzettino, nearby Piazza delle Erbe, Padova, was waiting for him in vain.

Let us meditate on this decalogue, the legacy: what Paolo taught us silently, AS A TACIT PHILOSOPHER. Just practicing an art of good life with some excesses but also moderation:  always cool, relaxed à la carioca, no hyper-competition whim. Definitely not the child of the paradigmatic “Jewish mother” (whose paradigm in Italy is another friend of mines, the paradigmatic Giovanni Dosi). Paolo was and is:

  1. a friend (we shared a flat in Pescantina in the 90s and tolerated each other while having a lot of fun), and a friendship weaver;
  2. a comrade,
  3. a dreamer,
  4. a ’68 libertarian,
  5. a charmer,
  6. a never-depressed (but existential angst, yes of course),
  7. an unselfish Edonist.
  8. A 1st class inquiry journalist at “il Gazzettino” in TV-VR-VE-PD:
    • ranging from the Scandalo dei Petroli in Treviso to Mani Pulite: when Paolo was a white cavalier, early fighting (in the Gaetano Salvemini noble tradition) political corruption in Veneto and Italy;
    • to the Tanchella kidnapping and Maso outstanding cases of “noir” chronicles in Verona’s province, where Paolo entrenched friendship (a natural art for him) with the national correspondents sent here for the emergency.
    • In the last 2 of his 3+ decades of journalism, doing a bit of everything, but namely economic and trade union news in Padova.
  9. Drawing from his  school on the battleground, where  Paolo “learned by doing” (after his degree in Urbino) the inquiry and “correctly political” journalism: Paolo has been a St. George fighting, if not defeating the Corruption dragon. That’s why yesterday, January the 5th, the Michele Sammicheli’s Church of San Giorgio was so full, at his funerals. It was the right Church to be, to say farewell to Paolo. On the way out, nipping Ubi photographed the paradox with dry wit: never seen so many atheists in a Church.
  10. But, above all: he was a traveller, a sort of global globe trotter capable of writing the perfect tourist guide of a country, after a lot of reading and just a couple of visits (this makes me remember Walter Peruzzi writing a cycling guide of England – NEVER HAVING BEEN THERE).

His closest friend Dirceu Antunes (photographer and free lance journalist in Brighton, E. Sussex), cleverly found out this sentence in Paolo’s introduction to his Madagascar guide (Bologna: Calderini, p. viii). From his similar and sosia Alfred Grandidier’s Souvenirs de voyage, travelling in the big  island in 1865-70, he translates and quotes:

SEE QTN. ABOVE

ENGISH SUMMARY: The French geographer and traveller explains, on the occasion of the death of a Chief, that there is no true sorrow when a relative dies in Madagascar.

The same applies to Paolo: he was really a gift, a Pandora repository of anti-depression and happiness for the ones he crossed. The angst, the sentiment of being lost, of LOSS  for having all of a sudden lost his company, day after day is overwhelmed  by  the emergence of a new sentiment of satisfaction and gratefulness to Destiny, since we had such a good chance to meet him, and  share so many things with him and his circle.

1436

PAOLO IN REDAZIONE. HANNO DETTO DI LUI:

il pizzaiolo de La Fontana di Avesa (testimone dell’ultima cena di Paolo):

a cena il 31 gennaio, mi aveva detto di andarlo a trovare: mi avrebbe fatto conoscere i suoi amici palestinesi di Padova, miei conterranei

FNSI, Fed. Naz. Stampa Italiana, 1 gennaio

Morto nel sonno in casa il giornalista del “Gazzettino” Paolo Gabrielli, 57 anni, veronese, grande viaggiatore, appassionato di musica e letture

Giornalista acuto e aperto, era appassionato di viaggi, musica e letture.

Giornalista professionista dal 1982, Gabrielli aveva seguito a Verona i principali casi di cronaca nera e giudiziaria Maso e Stevanin prima di approdare alla redazione di Padova. Grande appassionato di viaggi, aveva anche scritto alcune guide turistiche sui Paesi del Sud America. Lo hanno trovato nel suo letto esanime, con il libro aperto posato sul comodino nella sua abitazione di Negrar in provincia di Verona. Ieri lo hanno ricordato in tanti, sia per l’impegno professionale, sia per l’impegno umano. Paolo Gabrielli aveva girato il mondo, aveva una mentalità aperta, pronto al confronto, fuori dagli schemi e dagli schieramenti.

Addio a Paolo Gabrielli, giornalista viaggiatore del Gazzettino

Tutti lo conoscevano per l’innata gentilezza, per i modi cortesi, il suo approccio mai “urlato”, con i colleghi e con le notizie. http://www.youreporter.it, 1.1.2009: Addio Gabrielli, viaggiatore gentiluomo

E’ scomparso Gabrielli

Un uomo che non si stancava di ritornare quasi ogni sera al suo rifugio di Negrar, sui colli veronesi, dove riusciva a coltivare le sue passioni, libri e musica da ogni parte del mondo, purchè vera, originale; un mezzo toscano, un bicchiere di Amarone e la compagnia della fidanzata, di amici e parenti. Con lui si poteva parlare della Marsiglia di Izzo o dei nuovi suoni del Maghreb, del sudamerica o del prossimo viaggio in qualche meta assolutamente improbabile. Paolo era in fondo un giornalista naif, tanto primitivo da non cedere a mode, senza sovrastrutture mentali, disponibile sempre al confronto, nessun dogma e tanti dubbi, una ricetta di saggezza.

il Gazzettino, 2.1.2009, ediz. pd, p.5.  E’ scomparso Gabrielli.

Trovato morto nel suo letto. Aveva 57 anni (ab)

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Happy Birthday, Ms. Emma!

December 24

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Happy B’day, today, to  Emma Marcegaglia (born 1965, Dec. 24 in Mantova).

Entering her 44th year of intense life, the 44th woman in the recent  “women to watch” wsj global list. Here is, reported below at blogpost end, her medaglione on such a wsj list.

ITALIAN ABSTRACT

Oggi compie 43 anni la più giovane e la prima donna a presiedere Confindustria (uno straordinario doppio record, di cui siamo tutti fieri: per questo ci piace di più essere Italiani).

Le mandiamo degli auguri di cuore dal nostro blog, nello spirito religioso laico e socialista libertario di Simone Weil: della collaborazione e dialogo con industriali e dirigenti, per trovare soluzioni condivisibili e praticabili, ai drammatici problemi creati dai capitalismi sulla via del “loro” progresso – le micidiali macchine Fordiste e le contemporanee tragedie finanziarie post-Fordiste.

Abbiamo davvero apprezzato il suo esplicito, ripetuto atteggiamento recente: non chiudere la porta in faccia alla CGIL, come e’ tentato di fare il governo pro domo sua, non certo nell’interesse dei lavoratori e dell’economia italiana.

DEAREST MS. EMMA, WE HOPE AND WISH YOU THAT THE EXPLOITED WORKING CLASS REPESENTATIVES AND YOU –  SUCH AN ATTENTIVE, AUTHORITATIVE, BRILLIANT AND ENERGETIC LEADER OF THE ITALIAN CONFINDUSTRIA –  YOU MIGHT  AGREE, COOPERATE ON A NUMBER OF URGENT MEASURES NEEDED (namely:  fiscal stimulus, income redistribution and shorter working week), AND PRESSURE TOGETHER – as a social cohesion front – AN EXTREMELY UNATTENTIVE GOVERNMENT (at least, until Maurizio Sacconi proposed with the CISL leader a short week solution, this week).

AL THIS IN ORDER TO PROTECT – as far as it is possible –  OUR LIVES, COMMUNITIES AND SOCIETY FROM THE STAG-DEFLATION TSUNAMI, STEMMING FROM A SAVAGE GLOBALIZATION AND THE ONNIPOTENCE DELIRIUM OF THE DEATHFUL FINANCIAL CAPITAL.

The systemic crisis (global financial meltdown, credit crunch and recession) is now hitting hard the Italian industry, and imposing an acceleration to the restructuring towards higher value added specialisations, and a move of the bulk of our industry, from low to at least medium-level technologies.

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We sincerely congratulate you, and we are  so happy that Italy finally has a bright woman leading the main employers’ association. We definitely need a feminine touch to cope with the crisis.

Happy Birthday, Ms. Emma!

wall street journal

Emma Marcegaglia,  Confindustria   President.
Emma Marcegaglia was earlier this year (in march, ndr) appointed president of Confindustria, the powerful Italian business federation, becoming a rare example of a women in a top business position in Italy.
Like most of Italy’s business elite, Ms. Marcegaglia is a graduate of Bocconi University in Milan. She also holds a master’s in business administration from New York University’s Stern School of Business. Born on Christmas Eve in 1965, Ms. Marcegaglia is not only the first woman to run Confindustria but is also one of the youngest of its presidents. Past leaders have included car designer Sergio Pininfarina and longtime chairman of Fiat Giovanni Agnelli.
In a country where trade unions have a say in most government decisions, so does Confindustria, which helps negotiate wages. Confindustria promotes free-market reforms and increased competition through its representatives around the country and via the pages of business newspaper Il Sole 24 Ore, which it owns. In her opening speech, Ms. Marcegaglia called for an increase in Italy’s retirement age, a return to nuclear energy and family-friendly welfare policies to boost female employment in Italy. (bold and colours added – ndr)
Her new post means Ms. Marcegaglia will have less time to look after Marcegaglia SpA, the steel-products company her father founded in 1959, of which she is co-chief executive. She handles the financial side of her family’s business, sharing CEO responsibilities with her brother. The Marcegaglia group — which produces steel pipes, builds boilers and also runs tourism resorts — is one of Italy’s industrial success stories, a company that has thrived despite competition from developing countries by diversifying products and aggressively expanding abroad. Ms. Marcegaglia’s contribution to that success is largely what led to her Confindustria appointment.
— Davide Berretta

Il salotto di Verona

Today’s picture was taken on a Saturday night (when the square is “bare”,  free from sellers). Verona’s salotto, Piazza Erbe – the ancient vegetables markets as the name says – taken by Giorgio on last June 28.

© http://www.flickr.com/photos/jojazz/