Michele contro i padroncini

All’amico ormai quasi da mezzo secolo Michele Boldrin, hanno scassato la m…, perché ha detto la cosa scontata in 50 anni di letterature di ricerca sul tema, che la #nanoimpresa vada scremata, decimata (distruzione creatrice), perché si possa avere Crescita.

Che poi la pars destruens di JA Schumpeter è esattamente – morfologicamente –  la nozione  di filosofia (ed anche teologia: il precursore Meister Eckhart, un contemporaneo di Dante) negativa-nichilista di “Morte di Dio” (i.e., di Lui e degli Assoluti metafisici teo-riflettenti, teo-simili in genere) in Hegel -Nietzsche -Heidegger. Ce la spiegò bene Emanuele Severino a Verona dalle Suore Campostrini. A centinaia di liceali che finalmente, come me, capirono!

Se un garage è tutto pieno, stipato, non ci puoi metter dentro niente di nuovo: occorre prima liberarlo dalle cose morte.

 

Ah, e visto che ci siamo, celebriamo la vittoria del Belgio a modo mio.

Mi son stancato di persone che si riempiono la bocca con frasi come “i professoroni sanno solo la teoria, vengano in azienda” o “i professoroni sanno solo parlare, ma quante aziende di successo hanno creato?” e loro varianti.

Son frasi da falliti e frustrati.

Sono migliaia le imprese create da “professori” (senza l’offensivo “oni”). Valgono migliaia di miliardi e danno occupazione a milioni di persone. Fra le altre cose permettono di comunicare via internet, di curarsi e sopravvivere gravi malattie, di alimentarsi in maniera sana eliminando la fame nel mondo, di viaggiare, di acquistare e vendere titoli … e persino di controllare le nostre performance atletiche. Avete presente Strava? L’ha creata un (ex) professore di Stanford. Allievo mio, guarda caso.

Voi, rane ignoranti con la bocca gonfia, cosa avete creato?

Science rules, vi piaccia o meno.

 

And that’s all, folks, for today.

Vinicius Pradella 1979, La Papessa Giovanna

olio su tela, cm 50×70. Collezione privata

Vinicius 2017/8 al 133 Art Club

ABSTRACT. 133, Agamben, #archetipi, Brasil, Calasso, Cacciari, #cardinalesse, Candelaria, Catari, Mirco Cittadini, Dalì, Dante, De Chirico, Delvaux, Dioniso, Eickhart, Fatima, Freud, Furet, Roberta Gardinî Garcia Marquez, Giovanna, Girard, Gnosi – iniziazione, Jaspers, Jo -Johanna, Jung, Yves Lambert, Macondo, Mary Stuart, Muse, #papesse,

Vinicius Pradella,

Realismo magico, Mauro Rostagno, Shoah, Spiritualità, Beppe Stoppiglia, sushi, Tantra, Tempo, Verona e Weil.

Cit. dal catalogo 133 Art Gallery di Roberta Gardini, della mostra 2017/8 di Vinicius Pradella a Desenzano, https://www.facebook.com/133ArtGallery/

Cit. da Moli Nero, Scemma, Massella, Bissoli e Gonzato – interpolate da Enzo F. Arcangeli.


Dante inizia la Comedia con un appello alla Memoria a garanzia della veracità dei suoi in-credibili o almeno duri da digerire fantaviaggi, le sue visioni realiste magiche pre Tutto, pre Colombiane e pre Marqueziane. Pre fattuali.

«O muse, o alto ingegno, or m’aiutate; o mente che scrivesti ciò ch’io vidi, qui si parrà la tua nobilitate.»

Dante Alighieri, Inferno, II: 7-9

V. Pradella 1992, Piazza Dante, olio su tela 120×80. Collezione privata

Prof. Josefa Ramno Moli Nero – Yogakrisnanda

“Vinicius Pradella e’ un pittore accademico per professione, surrealista per devozione e mago per spiritualità. Vinicius dipinge un mondo differente, più reale per essere fantastico, più puro per essere simbolico, più intellettuale e più onirico che il proprio sogno, dove si svolge un risveglio di passioni, visioni, illusioni e realtà cosmiche. C’è un lirismo erotico nella sua pittura spoglia di lussuria, però dotata della più alta sessualità tantrica. Lui doveva aver studiato ai tempi di Dioniso, di Silvia e di Karnac. Però il suo pennello ha viaggiato per il mondo dell’ispirazione iniziatica e ha saputo ritrarre il nascosto e portarlo alla luce.”

Quindi subito i PIEDI NEL PIATTO di

  • Gnosi, e.g., cara al fondatore della filosofia ecologica Hans Jonas, a Simone Weil (cfr. il notissimo art. francese di M Cacciari sul tema, che fu allora stroncato da uno dei soliti coglionazzi presuntuosi e pezzenti della rivista monopolistica, AUTISTICA ed autocratica Cahiers Simone Weil) e la sua amica-biografa Simone Petremont
  • il Dionisiaco, come ce lo ha inculcato nelle anime femminili più recondite il sommo, unico pensatore autentico. antiaccademico Roberto Calasso (DA NON LEGGERE il suo ultimo libro: conserviamo i buoni ricordi ed aspettiamo con pazienza che torni sulle sue vette)
  • il “confucianesimo occitano”, gnostico ed iniziatico, dei nostri amatissimi Antenati Catari. Innocenti vittime della prima di varie Shoah commesse dalla vile canaglia dello #PseudoCristianesimo (l’accozzaglia di palesi contraddizioni, l’OUTLET RELIGIOSO di colossali stronzate egizio-ellenistico farisaiche mitra-persiane e stoico-neoplatoniche messe assieme per ragioni di marketing dall’Ego criminale, Hybris democida del Figlio ed Incarnazione del Demonio, tale Saul di Tarso. La D R A M M’A T I C A irruzione del Male Assoluto nell’evoluzione del Sapiens, il balzo involutivo che chiuse in un miserabile disastro la gloriosa Axial Age descritta da Karl Jaspers e del magnifico sociologo CNRS Yves Lambert, il piu’ Grande di tutti).

E Realismo magico o fantastico, da autentico Latino nelle ‘Meriche, ovvero le 3 Macondo di “Gabo” Garcia Marquez (con radici nel Delta Mississippi dei vecchi bluesmen, e la Memphis della saga dei cavalli nella Trilogia dal villaggio alla città, di Willam Faulkner), di Mauro Rostagno arancione, e Don Giuseppe Stoppiglia prete Carnitiano arrabbiato, lottatore e poi addolorato (una “Figura della Madonna”, e della ex prostituta moglie di un Messiah gnostico, Maddalena).

La magnifica coppia iper rappresentata (cmq censurando Maddalena, anche fuori dagli orrendi romanzi storici copiati di sana pianta da coglioni complottisti e falsari) di M&M Addolorate. Perché lo squadrone della morte ha ucciso 25 anni fa un innocente di strada di nome Jesus nella Strage della Candelaria. La Dea Madre, ieratica e non più maternità-Natura culo e tette come nei culti Fenici, e’ convocata ripetutamente nel Mondo dalle aporie del Moderno.

A Fatima la profetica Dea Madre dice (con parole mie):

“voi Chiesa divisa, scandalosamente complice della oppressione dei popoli Russi, responsabile col vostro dividervi delle immani catastrofi umane ed ecologiche che incombono, così agendo rimettete in crisi il Regno di mio Figlio. Come gia’ faceste nel 1789 nella sciagurata caduta, anziché le più opportune graduali riforme dell’Ancien Régime.”

(Faq. La Madonna di Fatima ha preveggenza di ciò che poi scriverà il grande storico socialista e conservatore François Furet, all’EHESS?)

Scemma, A.

“Il realismo fantastico di Vinicius Pradella è un panorama completo dell’attività di questo artista serio e lineare, sempre fedele ad una tematica ricca di soluzioni imprevedibili e proprio per questo difficile da sviscerare. L’artista veronese ha una sua personalità ben precisa, affinata attraverso il contatto con le magie e le credenze brasiliane. Non a caso, parlando della sua pittura, si fa spesso il nome del “tantrismo”, una religione, più che una filosofia.

Licia Massella

“La Bellezza Invisibile” – Licia Massella, dal catalogo 2004 Palazzo Birolli, ex Macello, Verona (la penultinma Personale del grande Maestro):

Vinicius Pradella, il pittore veronese ispirato alla grande lezione del surrealismo europeo di Magritte e Delvaux. Nelle opere di questo singolare pittore veronese, che vive a Pescantina dopo aver vissuto una lunga esperienza sudamericana fra Argentina e Brasile,

gli archetipi classici e rinascimentali e la figura femminile giocano sempre un ruolo di primo piano.

La figura femminile è caratterizzata dalla sua bellezza che non è solo ideale, ma anche corporea ed allusiva. Con sguardi invitanti o falsamente pudici le piccole e grandi donne, sapientemente dipinte dall’artista, si presentano in pose ardite o misurate, provocanti o pudiche, naturali o maliziose sempre però con quello sguardo che invita ad abbandonarsi. (…) E’ in un ricettacolo di emozioni e sentimenti, di ricordi e curiosità che l’artista Pradella vede l’essenza della vita e nessuno più dell’essere femminile naturalmente lo custodisce, lo manifesta e rappresenta attraverso l’immagine di bellezza. Per questo la donna per Pradella diventa reale ministro della fede come la Papessa o Cadinalessa Giovanna e della difesa come Lady Hebling di Innsbruck. Un messaggio significativo e stimolante che invita lo spettatore ad un dialogo con se stesso, oggi più che mai.

Con quale “se” (di Descartes, …, Lacan?) o, piuttosto, un ascoltare Altrui con Levinas?

Ascoltare il proprio interiore, profondo Femminino; il Nucleo di Adorazione per imitazione del Padre (la nuova psicanalisi aFreudiana che Rene’ Girard legge lungo il Romanzo Moderno), scoprire se risieda proprio lì dormiente la scheggia del nostro folle disegno “deicida” di divinizzarci, mangiare Dioniso.

Quando Pradella popola i suoi quadri, persino una eccezionale Giulietta e Romeo del 1995 (http://www.133sushiclub.it/133/wp-content/gallery/vinicius_pradella/webgiulietta-e-romeo-100×80-1995.jpg) di manichini ciechi, proprio come le Muse inquietanti di De Chirico (1917/18), il riferimento archetipico e’ per def. unico e Junghiano tra i due artisti metafisici.

Secondo quanto scritto da Mario Penelope (Pittura fantastica, oggi, Ed. Dedalo, 1979, p. 14):

« La memoria assume nell’opera di de Chirico il ruolo di ritorno del rimosso sia ancestrale che personale, spiazzando le usuali nozioni di spazio e tempo, oltreché di realtà quotidiana, fino a impregnare di attualità l’archeologia, intricandola nella quotidianità del pittore, per cui i manichini, molto usati nel passato dai pittori come modelli per le proporzioni e le posture delle loro figure, diventano Muse inquietanti. »

Maurizio Calvesi sostiene che la mancanza di occhi dei manichini sia un riferimento ai poeti dell’antichità che, secondo l’archetipo tragico del poeta cieco, del veggente che non vede materialmente, e la Tradizione dell’antica Grecia eroica (Nietzsche, Heidegger), soffrivano di cecità. Secondo il critico, la “disumanità” delle Muse rimanda ad una “umanità arcaica e originaria, veggente, eroica, abitatrice di tempi lontani e misteriosi e in questo senso, certo, disumana” (La metafisica schiarita – da de Chirico a Carrà, da Morandi a Savinio, Feltrinelli, 1982, pp. 93-94).

Dunque ecco che il tempo NON SOLO perde la connotazione elastica, Meccanica (ad orologeria, ergo senza freccia del tempo in avanti o indietro) e reversibile che la Fisica gli dava nella meccanica newtoniana (Ilya Prigogine e Isabelle Stengers), ma moltissimo di più: in un movimento quantistico che allontana drasticamente Scienza e {appercezione, buon senso, linguaggio naturale, senso comune} il Tempo di un tempo arriva ad essere persino abolito, soppresso come un inutile flogisto, un orpello dalla Scienza stessa (Carlo Rovelli).

Per riassumere le vesti logore, rattoppate e “slise”, vecchie dell’Homo Sacer (Agamben) che lo vede, il Tempo, proprio perché è cieco e vede l’Indicibile, il non deducibile da assiomi o dal noto, il non proposizionale e non visibile.

I manichini Metafisici annuciano l’Avvento millenarista delle Papesse.

Figure di Cristi femminei, Maddalene femministe impenitenti ed impunite, e Madonne Fatimite inimiche del Modernismo sedicente cristiano, ossia ateo al cubo.

Tempo è attesa, è assieme “già” ma anche “non ancora”, nel giuoco delle due Civitas di Agostino ed Altichieri.

Proprio come nelle teologie delle Scritture e quelle Agostiniane – Silane (Gioacchino da Fiore) della Storia di varie religioni e ideologie salvifiche, in una gamma da iniziatiche a via via universaliste “assiali” (Karl Jaspers; Lambert, Yves 2007, La naissance des religions. Paris: Colin).

Se il Moderno impacciato non sa ancora bene come gestire (ma lo imparerà nei millenni) la propria Rivoluzione Scientifica e desacralita’, ecco Anguane pedemontane di Chiampo e Malo, Bestiari, Bisi galeti, Muse veggenti, Madonne parlanti a veggenti, e Cardinalesse discinte sorgere e ripopolarlo. Di questi movimenti caotici di (de) sacralità, Vinicius è un protagonista comprimario, con gli amici e colleghi pittori del ‘900 sino all’alchemista del 2000

Anselm Kiefer,

il pittore supremo, il Levinas del pennello, della Qabbalah (poco amata da Levinas! Intuita da Simone Weil con la decreazione) e della Shoah, della Religione Laica ai tempi neo-confuciani, neo Tao e post-catari della Rivoluzione Scientifica 1500-100.000.

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il cv del blogger

Ecco una breve edizione del mio cv in una pagina. / Here’s a one page cv of mines.

curriculum vitae et studiorum

Enzo Fabio Arcangeli Jr.

 

Born in Verona March 28, 1948. Living in Campinas SP. Rio de Janeiro RJ and Verona, Italy @nonnoenzo

1. Vita

My name comes from my uncle, a very brilliant Chemist who was a young war victim. I have 2 amazing daughters, 2 grandchildren.

I lived mostly in the Venetian Region but also in Brighton, Rio de J. (RJ), Campinas (SP), Maputo and Paris.

I like poetry with perfect wines, Giorgione and Duhrer, G Leopardi and TS Eliot, C Brancusi and A Kiefer. My top 12 Maestri, besides my father Fulvio have been: in a sort of mystical union Simone Weil and Emmanuel Levinas. As a pupil: Alessandro Faedo, Lorenzo Bianchi, Bernardo Secchi, Yorgo Papageorgiou, Allan Pred, Keith Pavitt, Paul David and Maria Conceiçao Tavares. Kenneth J Arrow and Ronald H Coase, the two Nobel Prizes I have interacted with.

Before undertaking my undergraduate studies, I was a 20 y.o. trade unionist in Schio. My civil engagement and thirst for social justice, as a @BHL_blog kind of libertarian and a Levinassien, included being in the ruling group of the PCI in Venice in my 30s, and into “Fermare il Declino” in my 60s (in both cases, in the company of my old pal Michele Boldrin).

2. Studium

Regional scientist, Technology scholar, Urban sociologist.

√ 45 years of academic lecturing, search on spatial & technology issues (in all the 4 Veneto Universities + Mondlane Maputo, Stanford, UFRJ Rio and Unicamp Campinas). I co-invented the Erasmus in the 1970s with a few geographers.

In March 1986 I convened the milestone “Venice Innovation Diffusion Conference” with Kenneth Arrow, Paul David, Giovanni Dosi and Maurizio Rispoli, supported by the IRI Group.

√ My research trajectory started in Regional Science – Urban Modelling (namely: Discrete Choice maths, Extreme stats and micro foundations; also, building up consensus & writing the Structure Plan of Venice & its lagoon); since the mid 1980s sociology & economics of knowledge took the lead. I got a PhD in this field. See Ref.s, my 35&70 yo milestones.

√ My research follows a) the 2 Smith &Marx, b) the Weber bros &Parsons, c) Loesch Arrow &Coase.

Plus D. Ricardo, C. Napoleoni, V. Pareto, R. Girard, F. Furet, A. Graziani, S. Bologna, G. Dosi et al.

Academic parents: Lorenzo Bianchi graduating 1971, Nick von Tunzelman and Paul David PhD 1991.

3. Selected References

3.1 regional science

Arcangeli EF, Borzaga C, Goglio S (1980), Patterns of peripheral development in the Italian regions, Papers of the Regional Science Association, 44, 1: 19-34. December issue. https://link.springer.com/article/10.1007/BF01934868

Arcangeli, EF (1983), Un riesame dell’ “Ordine spaziale dell’economia” di August Lösch, Giornale degli Economisti ed Annali di Economia, XLII (7-8): 483-506. http://www.jstor.org/stable/23245650?seq=1#page_scan_tab_contents

Arcangeli EF, Leonardi G, Reggiani A (1985), Alternative theoretical frameworks for the interpretation of random utility models, Papers of the Regional Science Association 58, 1: 7-20. December issue. https://link.springer.com/article/10.1007/BF01935250

3.2 Schumpeteriana

Genthon C and Arcangeli EF (1997), Diffusion des nouveaux outils de communication dans les entreprises de taille moyenne : une comparaison France/Italie, Systèmes d’Information et Management, 2 (3): 7-23. http://aisel.aisnet.org/cgi/viewcontent.cgi?article=1454&context=sim

Arcangeli EF and Canuto O (2001), Foundations of New Growth Models: Technology and the Schumpeterian Heritage. Revista de Economia, 27 (2): 113-134. Curitiba. https://www.academia.edu/1115698/Foundations_of_new_growth_models_technology_and_the_schumpeterian_heritage

Arcangeli, EF (2018, forthcoming WP), On the role of demand and diffusion in a Teece 1986 Appropriation Model frame.

Verona. November 1, 2017

Veneto più libero

IL POPOLO CHE INNOVA, LAVORA E RISCHIA HA DETTO SI.

Il popolo ha votato, appropriandosi dei ref. TACCIANO 1 mese x vergogna: liberali autoritari@vongole, giornalisti venduti a

 

san marco.jpg

1- i fatti

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-10-22/referendum-lombardia-19-affluenza-oltre-30percento-veneto-quorum-superato-519percento-195216.shtml

 

“ORA AVANTI VERSO IL FEDERALISMO (CATTANEO, MANIN, TOMMASEO, STURZO, E TANTI ALTRI CI HANNO INDICATO LA STRADA)
E’ andato a votare circa il 60% dei veneti, sul 92% degli aventi diritto (l’8% risiede all’estero e non poteva votare da lì). Sono oltre 2 milioni, quasi il doppio degli elettori di Zaia del 2015.”  ~ Michele Boato su Facebook.

 

2- l’analisi

#Enzitoriale del 22 ottobre 2017

DATA IMPORTANTE PER IL VENETO, LA MEGALOPOLI PADANA E L’ITALIA preda di sanguisughe e medici più mortali della malattia.
Contrariamente all’opinione corrente di politicanti e Giornalisti di Sistema (bancario), IERI HA VINTO 1 solo Soggetto; proprio il FISICO, Foucaultiano corpo biopolitico elettorale che ha deciso, con l’integrale delle sue strategie individuali, di votare.

In uno slogan antimarxista, interclassista e di libertà:

 

Veneto avanguardia EUROPEA col 55% aventi diritto che dice: si cambia! Leadership di QUEL Veneto di popolo della prima, bella Liga Veneta, del mio bellissimo Sindaco Mario Rigo, e di Giorgio Lago.

La Asinistra SENZA POPOLO (delle grida manzoniane dei Renzi, dei bancheri Atlanti del Demonio come il politicante Franco Bassanini, della élite selezionata a rovescio e chiusa su se stessa come la Stupidentsia definitivamente rincojonita, ferma ancora al 1968 -MA BASTAAA clero peder…-  e pre-1989) prende la batosta CHE SI MERITA! Ben vi sta.
Poi la Sicilia la ucciderà, farà più strage di asini dei Pink Floyd a Berlino.
Compagni, quello di oggi Domenica 22 ottobre NON E’ in prima istanza il Popolo raccolto dalle brave giunte di Lega e Cdx; è il #PopoloImprendiLavoratore PUNTO.

La novità del momento politico è davvero grande, e molto positiva almeno potenzialmente.
Questi 2 referendum operano una faglia “giusta” (con una chirurgica, meticolosa separazione Dantesca proprio di classi buone e cattive, Mirco Cittadini) nel Sistema, proprio come analizza, argomenta (riportato qui sotto) un secondo Michele, Boldrin.
Io – diversamente da lui – votai si al referendum costituzionale piangendo come una fontana che si lasciassero le Regioni del 1970 come sono, senza un profondo ridisegno e risanamento.  Allo scopo farne alla Jordi Pujol (nella parte migliore di questo leader, a parte le miserie di noi umani) i Lego o meglio i pilastri di uno Stato nuovo.

 

3- la citazione

 

Michele Boldrin

4 hrs ·

Fra chi paga per tutti la domanda di federalismo fiscale e’ oggi piu’ forte che mai. Son certo che un simile referendum in Emilia-Romagna o Piemonte darebbe gli stessi risultati.

Che e’ una delle ragioni per cui ho votato NO il 4 dicembre, forse la principale. Pinocchio ed il suo PD non hanno proprio capito un piffero di dove vada e cosa voglia sul piano economico e fiscale quella fetta (minoritaria ma cruciale) di Italia che lavora e produce. Anche per questo e’ giusto che vengano spazzati via.
Notoriamente ho zero simpatie per la LN, specialmente nella versione Salvini ma anche in quella Zaia. Il mix di razzismo, populismo, statalismo ed ignoranza che esprimono mi provoca un senso di rigetto antropologico.

Ma sul referendum sono stato zitto per la semplice ragione che, seppur in maniera strumentale e puramente propagandistica, la mossa e’ quella giusta e la rivendicazione di autonomia fiscale legittima. Viene da un partito e da persone di cui non ci si puo’ fidare ma e’ una richiesta giusta. Anzi, ancora troppo debole rispetto a quanto sarebbe necessario e legittimo chiedere.

Ora sarebbe il caso che qualcuno che vuole far politica in Italia e vuole essere il “meno peggio” si ponesse seriamente il problema di rappresentare l’Italia che lavora e produce. Rimettendo con forza sul tavolo la questione del federalismo fiscale, senza le mediazioni ed i squallidi compromessi che l’ignoranza e la pavidita’ di Bossi accettarono per compiacere BS, Fini ed il loro elettorato parassitico e centralista.

L’alternativa sara’ Salvini a Palazzo Chigi, niente federalismo, politiche economico-sociali degne del peggior corporativismo e tante belle prese in giro di chi lavora e produce, come succede dai tempi dalla scesa in campo di BS.

Dopo qualche ora, si fa mattina.

 

Michele Boldrin

1 hr ·

Pensiero sincero del mattino: i piu’ deludenti stamattina sono quelli che, pur essendo favorevoli a federalismo e tutto il resto, ironizzano sul risultato referendario perche’ porta acqua al mulino di Maroni e Zaia.

Se non vi piace il mulino non criticate il fiume, costruite un mulino migliore piu’ a monte … o deviate il fiume.

I piu’ ridicoli, invece, sono i “sinistri razionali” che continuano a negare, con le scuse piu’ incredibili, che la % di si (anche in Lombardia, si’ anche in Lombardia) sia semplicemente enorme.

E’ lunedi e ieri, evidentemente, il campionato non deve aver offerto sufficienti emozioni.

4- il votante SI mediano (si scherza)

Il sinistrume che ieri abbiamo asfaltato in Veneto (ora passiamo il testimone ai picciotti Siciliani perché polverizzino ed incementino il cadavere), si consola e lecca le ferite che Zaia qua e là. Zaia un cacchio, scimuniti dalle bolle mediatiche di poche ore.
Lui ha un potere, limitato (per ora Salvini gli sta sopra, e se comanda il Veneto è solo perché Galan era un verme schifoso e s’è abbruciato: Tosi è stato cacciato dalla politica dai veronesi che aveva brutalizzato dimenticando la vaselina), ma quando parla rappresenta:
i) per somiglianza, pienamente una scarso 1% dei votanti, i quadri e base leghisti storici non (ancora) Salvinizzati
ii) per delega politica, meno della metà dei 2 milioni di INSORTI NELL’URNA ieri, in questa data Storica.

22 0ttobre 2017


Facciamo mica come il Pinocchio che s’è rincitrullito per mesi come avesse LUI il 40%, eh? (leggi ieri M. Sechi, List)
Se invece volete un elettore MEDIANO con 1 milione davanti ed 1 dietro, quello sono IO assieme a tanti miei simili.
_
Il veneto autonomista mediano della classe media = Def
Credente non più frequentante laico-bestemmiatore (solo per Amor di D*o ahimè non abbastanza temperato dal Timor di D*o. Qui, nella dizione del Padre, influssi Gheto Venexian e Paradiso Perduto del me amigo Adamo, no Adamo Lubrico, st’altro), buon bevitore ma solo vino buono (fav il Prosecco biologico e Vini Natural©, e.g., Enoteca Vapoliterra di SM di Negrar), no grappini all’alba non siamo trentini … tòi; ex classe operaia poi risalito Mediano sgomitando e facendosi il mazzo: azienda propria come Bepi, carriera dirigenziale pubblica o privata; spesso ex ’68 ma cmq ora conservatore, libertario solo cum juicio.
Vota più autonomia non certo per separatismo mongoloide, mangime Veronesi© per broledari. Ma perché ha ben in mente, dai suoi studi ad ingegneria gestionale (e, se ricercatore i suoi paper: ne ho sul tema) dei modelli organizzativi, un paradigma decentrato-ed-assieme-integrato, e.g., reti neurali, reti di sistemi digitali, Internet.”

 

La Repubblica – art. di Francesco Gilioli

Referendum Veneto, Rubinato (Pd) vota come i leghisti: “La base la pensa come me, vertici si adeguino”

Simonetta Rubinato è una deputata veneta del Pd. Il suo bacino elettorale è Roncade, in provincia di Treviso. Si è convintamente recata a votare al Referendum per l’autonomia del Veneto, proposto dal governatore leghista Luca Zaia.

“La maggioranza degli elettori del Pd la pensa come me. I dirigenti invece sono subalterni alle gerarchie nazionali”. “Io eversiva? Applico solo la Costituzione. Non sto dando una mano a Zaia: rispetto ai voti con i quali ha vinto le elezioni regionali del 2015, per raggiungere il quorum in questo Referendum, servono un milione e duecento mila voti in più. Non sarà la sua vittoria”.

 

Una domanda a me e Michele.

La parola agli amici Enzo Arcangeli e Michele Boldrin.

Chissà se il treno di Renzi stanotte è deragliato; e chissà se Di Maio vorrà cavalcare le autonomie.

Ottimo segnale l’esito dei referendum del Lombardo-Veneto. Ma senza maturazione di adeguate élites, anche l’autonomia rischia di entrare in un vicolo cieco. Per dire, un Veneto autonomo guidato da un novax fa caxare come l’Italia di Berlusconi Renzi e Gentiloni.
A dire il vero, mi pare che in fondo il dividendo più sostanzioso dei referendum rischia di incassarlo proprio Berlusconi!

Comments
Enzo Arcangeli
Enzo Arcangeli Aah certo, non c’è l’offerta nuova per questa domanda politica nuova e molto matura; quindi nessuno è in grado di contrastare Salvini nella Lega che si spaccherà forse (no voice: exit), ed alle prossime elezioni potrebbe incassare il Cav. Non so fare ora tutti gli scenari, ma può essere.
Enzo Arcangeli
Enzo Arcangeli Ma adesso, e non per molto il ferro è caldo perché la gente comune sa che atto ha commesso, la sua forza intrinseca ed il sasso nello stagno; e sta in campana a vedere come l’offerta risponde.

 

Enzo Arcangeli

Enzo Arcangeli e come dice Michele, i sentiments in molte regioni sono simili, quindi anche là si sa di aver vinto. Non a caso la put*ana impestata marcia de Il Mattino di Napoli (da dove proviene l’imbecille del Sole 24) oggi titola: i veneti vogliono rubare soldi al Sud. Per evitare il contagio catalanooccitanoveneto a Sud.

Michele Boldrin
Michele Boldrin Siam d’accordo, Biagio. Il problema delle elite politico-sociali e’ il problema vero, quello che alla fine ponemmo (fallendo) con Fermare il Declino. Ma che noi si abbia fallito non elimina il problema che e’ plateale e sempre piu’ grave: esiste, solida, una domanda sociale di cambiamento nella direzione allora indicata. Ma e’ completamente assente la forza politica capace di incanalarla in una direzione positiva e quella domanda si disperde in follie indipendentiste, libbberismi da strapazzo, doppie monete, dagli all’immigrante e via dicendo …

 

 

Alarm about alarmism

ANOTHER MUST READ ON #CLIMATE by Judith Curry @curryja

Source: Alarm about alarmism

3 Consigli per l’estate: Grossman Guimaraes R. e Leopardi

 

Le mie preferenze di lettura IN ASSOLUTO.

Capita che ne siano rimasti fuori – di poco – i voli Pindarici, Omero Lucrezio Dante Cervantes Galileo padre Ricci Hume Smith Kant Hoelderlin la Achmatova e Yves Bonnefoy.

Ecco il podio della contemporaneità, filosofia poesia racconti-romanzi saggi e scienza.
Un unico moderno non contemp.: Giacomo. Ma poi ho aggiunto il suo maestro di italiano e letteratura Galileo.

1 Joao Guimaraes Rosa 1908-67, Grande Sertao. Veredas (intraducibile: solo per questo, vale la pena imparare il bras.-port.; anche per mulatt* o minute bellezze caboclo di Belem e Sertao)
2 Tutto Giacomo Leopardi 1798-1837 letto in tanti modi (non da E. Severino!), ma l’introduzione classica è il libro di P. Citati che ti porta dentro la mente di Giacomo in ogni stagione
3 Vassilij S. Grossman 1905-64, vita e destino. Lo scoprii negli anni ‘90 perché era il romanzo di rif. del mio filosofo personale, Emmanuel Levinas 1906-95. Di EL i 2 più grandi essays di sempre (Totalité et Infini 1961, Autrement qu’être ou au-delà de l’essence 1974): rifondazione di una filosofia non-classica, extra Cartesiana, dopo Heidegger e Shoah. Partendo dalla visione originaria, prima del determinismo linguistico, del volto di Autrui

 

Sotto al podio:
4 Thomas S Eliot 1888-1965, The Waste Land. Locus classicus per noi Sussex pupils: il weekend di sesso in albergo a Brighton, al v. …
5 Horcynus Orca, di Stefano D’Arrigo 1919-92 (il più giovane dei qui nominati, della gen. di mio papà). Anche, un parco di Messina; e la comprensione dell’umanità, intelligenza e gran cattiveria dei delfini

6 Galileo Galilei 1564- 1642, Il Saggiatore del 1623 e Dialogo … 1632,

 

Listen to track in TIDAL – Chuck Berry: Johnny B. Goode. RIP the coinventorvof the rock and roll!

https://tidal.com/track/2972545

Who does remember the Armenian democide? Not Er Do(g) Can

 

 

Adolf Hitler, Chancellor of Nazi Germany (1933-45)


“Who, after all, speaks today of the annihilation of the Armenians?”


[August 22, 1939]

My decision to attack Poland was arrived at last spring. Originally, I feared that the political constellation would compel me to strike simultaneously at England, Russia, France, and Poland. Even this risk would have had to be taken.

Ever since the autumn of 1938, and because I realized that Japan would not join us unconditionally and that Mussolini is threatened by that nit-wit of a king and the treasonable scoundrel of a crown prince, I decided to go with Stalin.

In the last analysis, there are only three great statesmen in the world, Stalin, I, and Mussolini. Mussolini is the weakest, for he has been unable to break the power of either the crown or the church. Stalin and I are the only ones who envisage the future and nothing but the future. Accordingly, I shall in a few weeks stretch out my hand to Stalin at the common German-Russian frontier and undertake the redistribution of the world with him.

Our strength consists in our speed and in our brutality. Genghis Khan led millions of women and children to slaughter — with premeditation and a happy heart. History sees in him solely the founder of a state. It’s a matter of indifference to me what a weak western European civilization will say about me.

I have issued the command — and I’ll have anybody who utters but one word of criticism executed by a firing squad — that our war aim does not consist in reaching certain lines, but in the physical destruction of the enemy. Accordingly, I have placed my death-head formations in readiness — for the present only in the East — with orders to them to send to death mercilessly and without compassion, men, women, and children of Polish derivation and language. Only thus shall we gain the living space (Lebensraum) which we need.

Who, after all, speaks today of the annihilation of the Armenians?

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Kevork B. Bardakjian, Hitler and the Armenian Genocide (Cambridge, Massachusetts: The Zoryan Institute, 1985).

The text above is the English version of the German document handed to Louis P. Lochner in Berlin. It first appeared in Lochner’s What About Germany? (New York: Dodd, Mead & Co., 1942), pp. 1-4. The Nuremberg Tribunal later identified the document as L-3 or Exhibit USA-28. Two other versions of the same document appear in Appendices II and III. For the German original cf. Akten zur Deutschen Auswartigen Politik 1918-1945, Serie D, Band VII, (Baden-Baden, 1956), pp. 171-172.

 

Source: http://www.armenian-genocide.org/hitler.html 

HT to my beloved  friend  Andrea Zanardo for this superb link!

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One of the nice things about working in counterintelligence is the acceptance of the notion that some things are not quite what they seem to be. (One of the bad things is that it can make you weird…

Source: What if everything you know is wrong?

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